La lezione d’amore di Giambruno: “Sono un uomo perbene. Giorgia per me sarà sempre la persona più importante” (2024)

«L’amore così semplice non è…». Sguardo languido verso la platea, sorriso appena accennato, Andrea Giambruno prende l’abbrivio così, sul palco del teatro Manzoni, non è una commedia eppure quasi ci assomiglia, questa presentazione di un libro sull’amore in cui guarda chi si rivede, l’ex first gentleman in completo gessato e anelli scintillanti. Protagonista sarebbe la giornalista del Corriere della sera Candida Morvillo, l’autrice di Sei un genio dell’amore e non lo sai, sei tappe facili facili per finire tutti sereni e innamorati. A moderare sarebbe la collega de La7 Gaia Tortora, ma diciamo la verità: riflettori e pubblico (esiguo, al netto dei cronisti) sono tutti per lui, l’ex compagno della premier ripudiato platealmente dopo gli imbarazzanti fuorionda di Striscia la notizia, che per la prima volta torna a parlare in pubblico, chiamato a dialogare pure lui sul tema, da «evitare le relazioni malate» a «superare le crisi», proprio nel giorno di San Valentino.

Attrice non protagonista, la presidente Giorgia Meloni, che non è sul palco ma aleggia per tutta la durata, ché ogni volta che lui prende la parola sembra una risposta a quella vicenda di cui tutti sappiamo: fino al gran finale, eccolo finalmente il sipario cadere, la domanda diretta «cosa rappresenta per te Giorgia oggi», lui che stringe gli occhi, ci scherza su, «non è una terapia di gruppo», che ci veniva a fare se nemmeno a questo rispondeva: «Per me Giorgia è, è stata e sarà sempre la persona più importante della mia vita. A prescindere dal fatto che si sia fatta una famiglia insieme, è una persona per me fantastica». The end, e via per uno spritz a pancia in dentro e petto in fuori: i cronisti a inseguirlo fino al bar per saperne di più, che poi lei un mese fa ha compiuto gli anni e si dice che alla festa ci fosse pure lui, non sarà che c’è stato un riavvicinamento, ma basta, il gran finale sul palco «è l’unica domanda a cui risponderò» aveva detto, e di più non vuole svelare.

Non più di quello che si capisce nell’ora di presentazione, almeno, quando si parla in generale, per carità, ma insomma il Giambruno pensiero eccolo lì squadernato. Per dire, quando Tortora gli chiede finto-ingenuamente se lui si sia sempre amato molto, e lui guardandosi intorno come nemmeno Brad Pitt dei tempi migliori «eh beh, insomma…» (lei, finto-rassegnata: «Avevo il sospetto»). O quando spiega che «tutti abbiamo avuto delle problematiche, ciascuno le ha superate a modo proprio», e qui già mezza sala pensa al dilemma tra blu China e blu estoril, «non sono un genio dell’amore, non sono un genio in nulla, ma ho cercato sempre di risollevarmi con grandissima onestà. Questo ci tengo a dirlo: sono una persona perbene, mia figlia e chi mi conosce lo sa. Ci sono persone a me avverse ma anche tante che mi hanno voluto bene», risposta indiretta alle critiche di quei giorni di ottobre, all’indomani del fuorionda più piccante, tra allegri «threesome» e «qui si scopa» costati (anche) la conduzione di Diario del giorno.

Tra gli episodi raccontati nel libro, a Giambruno è rimasto particolarmente impresso quello di Antonio Banderas. Si parla di anni fa, all’attore spagnolo sposato con Melanie Griffith viene attribuita un’amante, e la giovane Morvillo lo intervista su questa faccenda, «e racconti che era pesto, devastato, perché la moglie pensava lo avesse tradito e gli aveva fatto un mazzo tanto», racconta lui. «Come mai ti ha colpito?», chiede maliziosa Morvillo, un gol a porta vuota. Mentre forse non si accorge del suo sguardo di pietra quando lei deplora la superficialità con cui ormai ci si lascia via sms, e tutti intorno si pensa a quel post di un venerdì mattina, la storia di quasi dieci anni è finita, grazie tante per la figlia meravigliosa che mi hai regalato, qualche milione di visualizzazioni e una bella foto del tempo che fu.

Tortora e Morvillo sono sue amiche ma pure giornaliste, e pur con garbo lo devono punzecchiare («che tipo di amori hai avuto?», e lui «Come tutti noi», qualunque cosa voglia dire), e allora ecco che lui sposta il discorso sul piano dell’amore padre-figlia, «le esperienze vanno fatte. Non sono preoccupato per l’educazione sentimentale di mia figlia, nel momento in cui le insegni come ci si deve rapportare agli altri. A tutti capiterà di soffrire per amore, di far soffrire, ma questo non significa essere una cattiva persona». Un amore, quello per la figlia Ginevra, «incondizionato, in cui dai tutto senza chiedere nulla in cambio, un amore univoco e non biunivoco», per ora è piccola da adolescente vedrai, quando alle 4 del mattino non ti risponde al telefono e non sai dove sia, lo mette in guardia Tortora, «spero che prenda dalla madre, se è una bambina straordinaria è merito della mamma», l’omaggio a Meloni che intanto a Palazzo Chigi sta preparando il Consiglio dei ministri di oggi.

«Da Platone a D’annunzio tanti si sono interrogati sull’amore ma nessuno ci ha mai capito nulla», che non è forse la miglior pubblicità al libro. Però «questo testo mi è piaciuto molto, mi è servito molto in questo momento», ammette il primo e finora unico first gentleman d’Italia, se c’è tutta questa curiosità intorno a lui, sa bene, è per l’illustre relazione. E chissà che non sia anche quello un problema, in un rapporto d’amore, se prima di iniziare la presentazione, mentre sorseggia un caffè al bar, si prova a chiedergli cosa stia facendo ora e lui, infastidito, «il giornalista, io sono un giornalista». Mica solo l’ex compagno di.

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